Evento della vita del soggetto che è caratterizzato dalla sua intensità, dall'incapacità del soggetto a rispondervi adeguatamente, dalla viva agitazione e dagli effetti patogeni durevoli che esso provoca nell'organizzazione psichica.
In termini economici, il trauma è caraterizzato da un afflusso di eccitazioni che è eccessivo rispetto alla tolleranza del soggetto e alla sua capacità di dominare e di elaborare psichicamente queste ecitazioni (da "Enciclopedia della psicoanalisi" di Laplanche e Pontalis).
Il termine trauma deriva dal sostantivo greco ferita, la cui radice etimologica rimanda al verbo “forare”.
Con il termine trauma ci si riferisce infatti ad una “ferita con effrazione”, ovvero alla visibile conseguenza di azioni che provocano una lacerazione dello “scudo protettivo”, della continuità ed integrità della persona, causando un’emorragia psichica.
È traumatico ogni evento capace di produrre uno stato di impotenza, ansia ed un risveglio istintuale (Pynoos & Eth, 1985).
Talvolta piuttosto che di un singolo evento si tratta di una serie di eventi che rendono la persona temporaneamente impotente, ne alterano l’equilibrio, le consuete operazioni difensive e di coping (capacità di rispondere efficacemente alle situazioni di vita).
Seguendo le definizioni di Mc Cann e Pearlman (1990) e di Terr (1991) identifichiamo le esperienze traumatiche con un genere di evento:
- improvviso, inaspettato o anormale;
- eccedente le capacità dell’individuo di farvi fronte (coping);
- disturbante rispetto alla struttura psichica del soggetto e ai suoi bisogni psicologici, in grado di generare un sentimento di assoluta impotenza.
Nell’immediatezza del trauma il soggetto sperimenta uno stress intenso caratterizzato da:
- sentimenti intensi di paura e rabbia
- senso di impotenza
- confusione e allarme
- stato di agitazione psicomotoria o di freezing (congelamento)
-blocco mentale, del pensiero e delle emozioni (fino alla dissociazione)
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