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Studi sull'isteria (1892-1895)

Il punto di partenza dal quale F. mosse i primi passi verso la scoperta della psicoanalisi fu lo studio dell'isteria. Gli studi sull'isteria non rappresentano tanto l'espressione di una posizione scientifica consolidata, quanto piuttosto la testimonianza di un pensiero in movimento, e sono tuttoggi di riferimento per  iniziare il  cammino di chi desidera avvicinarsi a compendere li pensiero analitico.
In quest'opera F. e Breuer presentano i successi ottenuti nel trattamento dei sintomi isterici e le loro prime ipotesi. E' a partire dal 1882 che F. si interessa del ruolo della suggestione e dell'ipnosi nel trattamento dei malati che soffrono di isteria.
Negli Studi sull'isteria, opera che costituisce il risultato di più di dieci anni di lavoro clinico, Freud e Breuer descrivono in dettaglio il trattamento di 5 malati e ciascuno di loro dedica un capitolo alle proprie ipotesi. Quello scritto da Freud, intitolato "per la psicoterapia dell'isteria" presenta le basi cliniche e teoriche della psicoanalisi.
Fu ascoltando il suo amico e collega Joseph Breuer raccontargli nel 1882 i successi ottenuti nel trattamento dei sintomi isterici di una giovane paziente, Anna O., che Freud rivolse la sua attenzione alla possibilità dell'ipnosi nel trattamento dei pazienti isterici. Per conoscerne di più decise di frequentare uno stage a Parigi presso Charcot tra il 1885 e il 1886, poi a Nancy presso Bernheim nel 1889. Charcot conferì all'isteria lo statuto di una entità nosografica ben delimitata e ne fece oggetto di studi e ricerche, abbandonando le tesi medievali che attribuivano l'isteria ad un eccitamento di origine uterino o alla simulazione. Egli classificò l'isteria tra le malattie nervosi funzionali e non organiche osservando che la distribuzione delle paralisi isteriche era aleatoria e differente dalla distribuzione  radicolare osservata nelle paralisi neurologiche. Charcot utilizzava la suggestione ipnotica per fare sparire i sintomi isterici, soprattutto con finalità dimostrative e non curative.
La pubblicazione degli Studi sull'isteria segnò anche la fine della collaborazione con Breuer, in parte anche perché questi non era convinto dell'importanza dei fattori sessuali nell'origine dell'isteria, sui quali Freud poneva sempre più l'accento.

STUDI SULL'ISTERIA
Breuer e Freud
1892-95
Capitolo 1
Comunicazione preliminare
Sul meccanismo psichico dei fenomei isterici 
J. Breuer e Freud
"Che nell'isteria "traumatica" sia l'infortunio ad avere provocato la sindrome è ovvio; ...  gli ammalati in ogni attaccorivivono in modo allucinatorio sempre lo stesso avvenimento che aveva provocato il promo attacco. ... La nostre esperienze ci hanno tuttavia mostrato che i più svariato sintomi che si considerano manifestazioni spontanee, per così dire idiopatiche dell'isteria, presentano col trauma motivante una connessione altrettanto strimgente di quella dei fenomeni sopra indicati, che, sotto questo aspetto, sono più trasparenti. A fatti motivanti di tale tipo abbiamo potuto ricondurre nevralgie e anestesie delle specie più svariate e spesso perduranti da anni, contratture e paralisi, attacchi isterici e convulsioni epilettoidi, che tutti gli osservatori avevano scambiato per epilessia autentica, piccolo male e affezioni tipo tic, vomiti continui e anoressia spinta al punto del totale rifiuto del cibo, i più svariati disturbi della vista, allucinazini visive ricorrenti e altre manifestazioni ancora".

Gli autori riprendono il testo della "comunicazione preliminare" già pubblicata nel 1893. Gli autori scrivono che l'incidente che ha provocato per la prima volta i sintomi dell'isteria generalmente sfugge al semplice esame clinico e il malato spesso ha perduto il ricordo di questo evento. Generalmente è necessario ipnotizzare i malati per ridestare in loro i ricordi del tempo in cui il sintomo si è manifestato per la prima volta. Molto spesso sono episodi dell'infanzia ad essere all'origine del fenomeno morboso. Le ossevazioni fino ad alora effetuate inducevano gli autori a ritenere che fosse dimostrata una analogia patogena comune nella isteria e nella nevrosi traumatica, attribuendo ad un trauma psichico l'origine dell'isteria. Il ricordo del trauma psichico "agisce come un corpo estraneo", che deve essere considerato come un agente patogeno. "L'isterico soffrirebbe per lo più di reminescenze".
"Sembra a prima vista strano che esperienze da gran tempo passate debano agire così intensamente, e che i ricordi di esse non soggiacciano al logoramento cui pure vediamo sottostare i nostri ricordi. ... L'afievolirsi di un ricordo o dell'affetto che lo accompagna dipende da parecchi fattori. E' innanzitutto rilevante al riguardo se si sia reagito energeticamente o no all'evento impressionante. Intendiamo qui per reazione tutta la gamma di riflessi volontari e involontari con i quali, come l'esperienza insegna, gli affetti si scaricano: dal pianto fino all'atto di vendetta. Se tale reazione avviene in misura sufficiente, una grande parte dell'affetto scompare. Se la reazione viene repressa, l'affetto rimane legato al ricordo".
E' inoltre rilevante lo stato psichico al momento in cui l'evento è accaduto, gli autori parlano a questo proposito di "stati ipnoidi".
Il risveglio del ricordo traumatico determina la scomparsa die sintomi. Il linguaggio svolge un ruolo determinante nell'effetto catartico. "Nella parola l'uomo ritrova un surrogato dell'azione, e con l'aiuto della parola l'affetto può essere abreagito in misura quasi uguale. In altri casi il parlare è di per sé il riflesso adeguato" chedetermina il liberarsi da un peso. Gli autori attribuiscono i fenomeni isterici a una scissione della coscienza. Il trauma psichico, o meglio il suo ricordo, "agisce al modo di un corpo estraneo, che deve essere considerato come un agente attualmente efficiente anche molto tempo dopo la sua intrusione". Il metodo terapeutico consisterebbe nell'"eliminare l'efficienza della rappresentazione originariamente non abreagita, in quanto consente al suo affetto incapsulato di sfociare nel discorso e la conduce alla correzione associativa traendola nella coscienza normale o annullandola mediante suggestione, così come accade nel sonnambulismo con amnesia".

Successivamente F. farà esperienza di come l'ipnosi dia risultati solo parziali e non permanenti e di come sia possibile con il metodo delle libere associazioni portare il malato ad essere consapevole di rappresentazioni inconsce senza che sia in stato di ipnosi o di suggestione, anzi che proprio il fatto che possa divenire consciente di materiale rimosso senza essere in stato di alterazione della coscienza consente una possibilità di maggiore consapevolezza successiva del malato dopo il trattamento ed un benessere più stabile e duraturo. Così F. passerà ad abbandonare l'ipnosi ponendo le basi di una nuova scienza: la psicoanalisi. La teoria stessa del trauma come agente eziologico verrà abandonata, l'ipotesi di un reale evento traumatico verrà lasciata a favore di una maggiore rilevanza attribuita alle fantasie infantili. E' facile incontrare pazienti che hanno la necessità di immaginare che qualcosa di traumatico sia avenbuto nel loro passato, proprio per allontanarsi dalla loro realtà interna e dalle loro fantasie e attribuire così il loro malessere a qualcosa di esterno a loro: l'evento traumatico appunto. Questa tendenza è generalmente una modalità difensiva per evitare di affrontare le loro fantasie e i loro pensieri attribuendo la causa di ogni male a qualcosa di esterno e, così facendo, sottraendosi da ogni elativa "resposabilità" in merito. Se infatti l'origine del disturbo è stata un trauma esterno è facile poter poi affermare che si è solo spettatori invece che attori.

Capitolo2
Casi clinici
Signorina Anna O. (breuer)
 
...
 
Signora Emmy von N., quarantenne, della Livonia (freud)
Se la scoperta del metodo catartico si fa risalire a Breuer e alla sua cura di Anna O., è a Freud e alla cura di Emmy von N. ch si fa risalire l'abbandono dell'impnosi a favore del metodo delle libere associazioni. Freud intraprese dei colloqui a scopo catartico, accompagnati da masaggi e sedute di ipnosi, al fine di stimolare il riemergere dei ricordi. Freud si accorse però che era sufficiente che la paziente gli parlasse spontaneamente per riprodurre ricordi significativi e perché l'effetto catartico ne seguisse. "E' come se  si fosse appropriata del mio procedimento, utilizzando la conversazione spontanea e guidata dla caso". Qualche giorno dopo la paziente, irritata dalle domande di Freud, gli chiese di non interromperla continuamente, "ma di lasciarla raccontare quel che ha da dire".
 
 Bibliografia:
Opere di Sigmund Freud Volume 1- Boringhieri;
Leggere Freud - Jean-Michel Quinodoz

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