Trattamento psichico (trattamento dell'anima)
Psiche è una parola greca che
significa "anima". Trattamento psichico vuole dire "trattamento
dell'anima", e si potrebbe dunque pensare che con esso si intenda:
trattamento dei fenomeni patologici della vita dell'anima. Ma non è
questo il significato dell'espressione. Trattamento psichico indica
piuttosto: trattamento a partire dall'anima, trattamento - di disturbi
psichici o somatici - con mezzi che agiscono in primo luogo e
immediatamente sulla psiche dell'uomo.
Un tale mezzo è sopratutto la parola, e le parole sono anche lo strumento essenziale del trattamento psichico.
Le
prestazioni mentali sono legate alla presenza di un cervello
normalmente sviluppato ed è noto che l'introduzione di sostanze tossiche
possono produrre stati mentali alterati. Il rapporto tra corpo e psiche
è un rapporto di interazione, ma mentre l'azione del corpo sulla psiche
apare più facile da essere ammessa, poca clemenza incontra in genere
l'azione della psiche sul corpo.
Esiste un gran numero di malati,
lievi e gravi che con i loro disturbi pretendono molto dalla medicina,
nei quali però non sono rintracciabili segni visibili e tangibili del
processo patologico. Un gruppo di questi malati colpisce per la ricchezza
e la multiformità del quadro clinico: non sono in grado di lavorare
intelettualmente per mal di testa o per difetto di attenzione, dolgono
loro gli occhi durante la lettura, accusano un dolore sordo o si
addormentano, la digestione è turbata da sensazioni penose,
l'evacuazione non avviene se non aiutata, il sonno è abolito e così via.
In questi casi si può osservare che i sintomi del male sono chiramente
influenzati da eccitazioni, emozioni, preoccupazioni e così via.
Dall'indagine
medica è alla fine risultato che tali persone non devono essere
considerate e trattate come malati di occhi e simili, ma che in esse si
deve trattare diun male del sistema nervoso nel suo complesso.
Soltanto quando si studia il
patologico si impara a riconoscere il normale. Sull'influsso che la
psiche genera sul corpo erano note da sempre molte cose, l'esempio più
comune è l'espressione die moti d'animo.
E'
universalmente noto quali straordinari mutamenti si verifichino
nell'espressione facciale, nella circolazione sanguigna, nelle
secrezioni, negli stati di eccitamento dei muscoli volontari, sotto
l'influsso per esempio della paura, dell'ira, del dolore psichico,
dell'esatasi sessuale. Meno noti, ma perfettamente accertati, sono altri
esiti somatici degli affetti, che non fanno più parte della loro
espressione. Stati affettivi durevoli di natura penosa quali dispiacere,
preoccupazione e lutto, riducono lo stato di nutrizione del corpo in
generale, fanno sì che i capelli imbianchino, il grasso scompaia e le
pareti dei vasi sanguigni si modifichino in maniera patologica.
viceversa sotto l'influsso di eccitazioni piacevoli, della "felicità",
si vede tutto il corpo rifiorire e la persona riacquista alcuni
contrassegni della giovinezza.
Gli
affetti nel senso più stretto sono caratterizzati da un rapporto del
tutto particolare con i processi somatici, ma a rigore tutit gli stati
psichici, anche quelli che siamo abituati a considerare "processi di
pensiero", sono in una certa musira "affettivi", e non uno di essi è
privo delle espressioni somatiche e della capacità di modificare
processi somatici. Persono durante il calmo pensare per
"rappresentazioni", eccitamenti corrispondenti al contenuto di queste
rappresentazioni vengono continuamente deviati verso muscoli lisci e
striati.
I processi di volontà e
dell'attenzione sono anch'essi in grado d'influenzare profondamente i
procesis corporei e di avere una parte notevole, come promotori o come
inibitori nelle malattie somatiche. Qualunque sia la causa die dolori,
sia pure l'immaginazione, i dolori non sono per questo meno reali e meno
violenti. I guerriero adulto non sente il dolore della ferita nel
febbrile fervore della lotta. L'influsso della volontà su procesis
patologici del corpo è meno facilmnente documentabile con esempi, ma è
ben possibile che il proposito di guarire o la volontà di morire non
siano senza importanza neppure per l'esito di casi gravi ed incerti di
malattia.
Di alto interesse è lo stato psichico
dell'attesa. Per esempio nell'imperversare di un'epidemia sono messi in
pericolo coloro che temono di ammalarsi (attesa angosciosa). Lo stato
contrario, l'attesa colma di speranza e fiduciosa, è una forza attiva di
cui dobbiamo tener conto in senso stretto in tuti i tentativi di cura e
guarigione. L'influsso più evidente dell'attesa fiduciosa s'incontra
nelle cosidete guarigioni "miracolose", che ancora oggi si verificano
sotto i nostri occhi senza concorso dell'arte medica.
E'
poi nota l'influenza di questi aspetti tanto che gli studi sui farmaci
venogno appunto eseguiti in doppio cieco, per evitare che l'attesa
fiduciosa o meno di medico o pazienti influenzi il risultato della
terapia tanto da rendere nullo lo studio. Così comeè noto che persone
sottoposte ad ecessivi accertamenti diagnostici preventivi finiscono per
ammalarsi prima di altre che riscono a vivere più serenamente.
Anche
coloro che non hanno fede religiosa possono beneficiare di guarigioni
miracolose. Esistono infatti in ogni tempo cure di moda e medici di
moda.
La comprensibile
insodisfazione per l'aiuto spesso insufficiente della medicina, forse
anche l'intima rivolta contro la costrizione del pensiero scientifico,
che rispecchi aall'uomo l'inesorabilità dell anatura, hanno posto in
tutti i tempi e nuovamente ai nostri giorni una singolare condizione
alla forza terapeutica di persone e rimedi. L'attesa fiduciosa riesce a
crearsi soltanto quando il soccorritore non è un medico e può vantarsi
di non capire nulla del fondamento scientifico della terapia, quando il
rimedio non è sperimentato attraverso un preciso esame, ma per esempio
raccomandato da una predilezione popolare. Di cui la sovrabbondanza di
cure naturali, che anche oggi continuano a contendere ai
medicil'esercizio della loro professione e di cui possiamo se non altro
dire, con una certa sucirezza, che molto più spesso nuocciono anziché
giovare a coloro che cercano la guarigione
Probabilmente
però l'effetto di qualsiasi rimedio che il medico prescrive, di
qwualsiasi intervento che intraprende, si compone di due parti. Una di
queste è data dal comportamento psichico del malato. Vi sono medici che
posseggono in grado superiore ad altri la capacità di guadagnare la
fiducia dei malati; il malato sente allora spesso il sollievo già nel
momento in cui vede il medico entrare nella sua stanza.
In ogni epoca, e nell'antichità ancor più diffusamente di oggi, i medici
hanno praticato il trattamento psichico. Se per trattamento psichico
intendiamo lo sforzo di suscitare nel malato gli stati e le condizioni
psichiche più favorevoli alla guarigione. I popoli più antichi non
avevano a disposizione quasi null'altro se non un trattamento psichico;
né tralasciavano mai di sostenere l'effetto di pozioni e misure
terapeutiche con un insistente trattamento psichico. Ora cominciamo a
comprendere anche la "magia" della parola. Le parole sono infatti i
mediatori più impoirtanti dell'influsso che un uomo vuole esercitare
sull'altro.
...
Bibliografia:
OSF vol.1 pag 93 - 1890
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