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Anima bella

Hegel riprende in senso ironico l'anima bella che è quella che per mantenere la propria moralità intatta si ritira dall'azione e non vuole sporcarsi le mani. 

Secondo Hegel, il delirio soggettivistico dell'anima bella che si rinchiude nella
propria presunta purezza e verità, annichilendo ogni oggettività.



L’idea di anima bella, è già presente in Plotino (con questa espressione egli intende l’anima che ritorna in sé stessa), viene ripresa dai mistici spagnoli del Cinquecento e da Rousseau nella Nuova Eloisa (1761). 
Ma l’espressione acquista un significato più preciso nel saggio di Friedrich Schiller Grazia e dignità (1793). «Un’anima bella non ha altro merito che quello di esistere. Con facilità, come se l’istinto agisse per lei, esegue i doveri più penosi per l’umanità, e il sacrificio più eroico, che essa strappa all’istinto naturale, appare come libero effetto di quel medesimo istinto». 
Schiller descrive, con l’espressione anima bella, un’anima ispirata dal dovere, ma nella quale gli impulsi sensibili si accordano spontaneamente con la legge morale. 

Ogni manifestazione dell'espressività umana, in qualsiasi forma si manifesti, dalla più privata e condivisa solo con se stessi, per esempio nel sogno, a quella pubblica e socializzata, comprese quindi le produzioni scientifiche e artistiche, risponde al bisogno intimo di dare una forma all'esperienza interna di sconcerto e di sofferenza per la rottura di un equilibrio.
«Anche il più semplice, più piccolo uomo, quando ha la sua nevrosi segnala a se stesso un conflitto: è tempo di andare, è tempo di pensare. La psicoanalisi può essere considerata come l'attività e lo strumento capace di raccogliere ed ampliare il debole segnale e consentire a quest'uomo di dirsi e sviluppare il suo “no”, trovando la libertà dentro di sé» 

Di Chiara, 1985 

Ricerca della verità nell'arte


La mia arte è un'autoconfessione. Per suo tramite io tento di far luce sul mio rapporto con il mondo. Si potrebbe anche considerarlo egoismo. Comunque sia, ho sempre pensato e sentito che la mia arte potrebbe aiutare gli altri a fare luce nella loro ricerca di verità.

[...]

Io credo unicamente in un'arte che sia dettata dal bisogno umano di aprire il proprio cuore. Occorre che l'arte intera - la letteratura come la musica - nasca dal sangue del proprio cuore. L'arte è il sangue del proprio cuore. 


Munch. E.



L'interesse dell'estetica per la psicoanalisi


La psicoanalisi riconosce anche nell'esercizio dell'arte un attività che si propone di temperare desideri irrisolti. Le forze motrici dell'arte sono gli stessi conflitti irrisolti che spingono altri individui alla nevrosi e che hanno indotto la società a fondare le sue istituzioni.
L'artista persegue innanzitutto la propria liberazione e, comunicando con la sua opera, la trasmete ad altri che soffrono degli stessi desideri trattenuti. Egli rappresenta come appagate le sue fantasie di desiderio più personali, e queste divengono opera d'arte soltanto se vien loro impressa una forma di versa che mitighi l'aspetto urtante di questi desideri, ne celi l'origine personale, e offra a gli altri, rispettando le regole del bello, seducenti premi di piacere
In quanto realtà ammessa convenzionalmente, in cui grazie all'illusione artistica simboli e formazioni sostitutive possono suscitare autentici affetti, l'arte costituisce un regno intermedio tra la realtà che frustra i desideri e il mondo della fantasiache li appaga, un dominio in cui si direbbe siano rimaste in vigore le aspirazioni all'onnipotenza dell'umanità primitiva.

Bibliografia:
L'interesse per la psicoanalisi da parte delle scienze non psicologiche (1913 -OSF)

Saturazione di ossigeno


Una misurazione fisiologica della saturazione si attesta tra il 95 e il 100%. 

Valori compresi tra il 95 e il 90% indicano una parziale assenza dell'ossigeno (lieve ipossia).

Valori al di sotto del 90% indicano una severa deficienza di ossigeno (grave ipossia). 

Il valore di 100 misurato "in aria ambiente" (cioè senza somministrazione artificiale di ossigeno) può essere sintomo di iperventilazione come può accadere,  per esempio, negli attacchi di panico. 

A volte anche valori intorno al 90% possono risultare normali: è il caso di persone affette da broncopneumopatie croniche ostruttive (BPCO) nei quali l'organismo ha trovato un equilibrio omeostatico abituandosi nel tempo alla patologia cronica respiratoria.

Piastrinopenia

Sono 5 i gruppi principali di cause di piastrinopenia:
  1. piastrinopenia da scarsa produzione di megacariociti (tumori del midollo osseo, infiltrazioni tumorali del midollo osseo, aplasia del midollo che può essere congenita o acquisita per infezione virale - monocucleosi, varicella, rosolia - ma anche batteriche o da agenti chimici - alcool, estrogeni, agenti fisici come radiaizoni ionizzanti);
  2. piastrinopenia da scarsa piastrinopoiesi (carenza di vitamina B12 ed acido folico, piastrinopenie ereditarie);
  3. piastrinopenia da aumento della distribuzione delle piastrine (porpora trombocitopenica autoimmune, Sindrome di di Bernard-Soulier);
  4. piastrinopenia da eccessivo utilizzo di piastrine (porpora trombotica, trombocitopenica, coagulazione intravasale disseminata, sindrome emolitico-uremica);
  5. piastrinopenia da sequestro di trombociti durante il circolo sanguigno (splenomegalia);

Gustav Klimt


Gustav Klimt

Klimt nasce il 14 luglio 1862 a Baumgarten presso Vienna, secondo dei sette figli del'incisore e cesellatore Erns Klimt, bravo ma povero artigiano, e di Annie Finster.
La vienna di Klimt, quella della Belle Epoque al volgere dle secolo, rappresenta uno dei momenti più affascinanti della storia del'arte e della cultura. L'estrema tensione tra realtà e illusione, tradizione e modernità in cui vivono artisti e intelletuali produce una potente energia creativa. La città è un laboratorio il cui valore è testimoniato da nomi come Sigmund Freud, Otto Wagner e Gustav Mahler.
Ciò che affascina di Klimt è la sensualità del disegno, la resa caleidoscopica della pittura e l'impulso e decifrare i segreti racchiusi nelle sue opere.
Klimt dipinge la donna idealizzata, la don a per eccellenza, in tutte le pose immaginabili, anche le più ardite. La donna nelle sue opere sedute con il proprio corpo che esibisce apertamente, senza pudori, nella sua nudità. Il mondo di Klimt è ovunque pervaso di polline e pistilli, ovuli e spermatozoi sparsi sui corpi, sulle vesti, persino nei paesaggi. Talvolta le sue opere vengono accolte con entusiasmo e l'artista viene esaltato fino a divenire il ritrattista preferito della buona società viennese. Tuttavia il suo manifesto erotismo, in una Vienna decadente che risente dell'ipocrita repressione vittoriana, si scontra sovente con un esasperato rifiuto; lo scandalo è all'ordine del giorno.
Molto prima che la storia ascrivesse all'espressionismo e al surrealismo il merito di aver manifestamente condotto la sessualità nel territorio dell'arte, Klimt la eleva a proprio credo, a leitmotiv della propria opera.
"Vogliamo dichiarare guerra alla sterile routine, al rigido bizantinismo, a tutte le forme di cattivo gusto ... La nostra secessione non è una battaglia degli artisti moderni contro i vecchi bensì una lotta per affermare la superiorità degli artisti sui mercanti ambulanti che si spacciano per artisti e hanno interesse ad impedire la fioritura dell'arte" (Katalog zur ersten Secession in Wien, Vienna 1898). Questa dichiarazione di Hermann Bahr, padre spirituale dei secessionisti, può essere considerata il manifesto programmatico della Secessione viennese costituita nel 1897 e della quale Klimt diviene presidente. La nuova generazione di artisti non sopporta più la tutela dei rappresentanti dell'accademismo e chiede uno spazio espositivo adeguato e libero da qualunque "carattere commerciale". Essa intende porre termine all'isolamento culturale di Vienna, invitando artisti stranieri e facendo conoscere le proprie opere all'estero. Il programma della Secessione non consiste semplicemente in un dissidio di tipo "estetico", bensì in una lotta per l'arte stessa, per il diritto alla "creazione artistica", per annullare la distinzione tra arte elevata e generi artistici inferiori.
Quale corrente stilistica contrapposta all'accademismo e al conservatorismo borghese, la Secessione viennese ha un ruolo cruciale nello sviluppo e nella diffusione dello Jugendstil tanto in pittura quanto nell'ambito delle arti applicate. La rivolta di questa generazione contro l'imposizione esercitata da un tradizionalismo sociale, politico ed esteticosi fa strada con tale impeto da ottenere un successo quasi immediato e sfociare infine in un progetto pressoché utopistico: la trasformazione della società attraverso l'arte.

Il folle e l'immaginazione



Tutti sanno che i folli devono il loro internamento a un piccolo numero di atti legalmente reprensibili e che senza questi atti la loro libertà (ciò che si vede della loro libertà) non sarebbe messa in discussione. Che essi siano in una certa misura vittime della loro immaginazione, io sono pronto ad ammetterlo intendendo nel senso che essa li spinge all'inosservanza di certe leggi al di fuori delle quali la razza si sente lesa, fatto questo che ogni uomo ha conosciuto a proprie spese. Ma il profondo distacco che essi dimostrano nei confronti del nostro comportamento contro di loro, e persino delle varie punizioni che venogno loro inflitte, permette di supporre che essi trovino un grande conforto nella loro immaginazione, che essi godano abbastanza del loro destino da sopportare che esso valga soltanto per loro. E perciò le allucinazioni, le illusioni ecc., non sono una fonte trascurabile di piaceri.

A. Breton, dal Manifesto del surrealismo, 1924

Surrealismo



"Automatismo psichico puro mediante il quale ci si propone di esprimere sia verbalmente, sia per iscritto o in altri modi, il funzionamento reale del pensiero; è il dettato del pensiero, con assenza di ogni controllo esercitato dalla ragione, al di là di ogni preoccupazione estetica e morale".A. Breton 1924

Nel 1924 André Breton pubblica il primo Manifesto del surrealismo. Ne risulterebbe che il surrealismo è il tentativo di esprimere ciò che attualmente definiremmo il vero sé in piena libertà, senza l'intervento della ragione critica che, mettendo in atto meccanismi inibitori legati all'educazione o all'istruzione, ci condiziona obbligandoci a reprimere istinti e sentimenti, a nasconderli, seppellendoli nel più profondo di noi stessi, fino ad apparire come la società costuita vorrebbe che fossimo.