Nella Terra desolata, Eliot pone la sua visione di desolazione e aridità spirituale in un implicito contrasto con il mondo dei poeti più antichi, suoi maestri. La sensazione espressa è quella dell'estrema inutilità provata dall'uomo trovandosi a dover vivere in un mondo sterile, dove nulla ha più significato.
Lo squallore e l'alienazione della vita metropolitana nell'età moderna, contrapposta ironicamente al mito e ai grandi classici della letteratura antica. Nelle loro incarnazioni moderne le figure della tradizione occidentale, come Tiresia, o il Re Pescatore, subiscono inesorabilmente un degrado.
Winnicott direbbe a questo propostito dell'importanza di recuperare il proprio vero sé.
Nell'apprendimento della tecnica della psicoanalisi o della psicoterapia è necessario che il terapeuta non perda la sua vera natura.
L'apprendimento non è un fatto intellettuale.
Capire è essere presenti con la mente, con il corpo e con le emozioni.
Il concetto è sempre imbevuto del latte della propria madre. Einstein
Il concetto è sempre imbevuto del latte della propria madre. Einstein
Per Fairbarin l'individuo umano dalla sua nascita cerca l'oggetto, non parla dell'impulso ma della ricerca dell'oggetto. Non va messo in dubbio il bisogno anche del paziente autistico di comunicare e di venire compreso.
Masud Khan: il vero sé desidera con forza ma non riesce a raggiungere una comunicazione totale. Siamo timorosi anche di ciò che potrebbe arricchirci, per questo viviamo nascosti e interiormente dissociati. Una mancata comunicazione è sempre una dissociazione. Un sogno non raccontato di un bambino è un sogno dissociato.
Il lavoro della psicoterapia e della psicoanalisi è di aiutare i pazienti a fare amicizia con il proprio inconscio.
Il gesto spontaneo diviene una comunicazione se l amamma può aggiungere qualcosa di suo.
Il lavoro della psicoterapia e della psicoanalisi è di aiutare i pazienti a fare amicizia con il proprio inconscio.
Il gesto spontaneo diviene una comunicazione se l amamma può aggiungere qualcosa di suo.
Per Masud Khanin principio c'è l'atto, il gesto, l'immaginazione ed i pensieri compaiono successivamente. Il bambino non nasce con un Io capace di diferenziare il buono dal cattivo. Non dobbiamo confermare il gesto ma accorgercene dando il nostro contributo: "forse lei cerca di dirmi ...".
La realtà psichica è un apre cut. Prima della parola c'è stato un atto.
La parola è un atto mancato, quando vediamo un gesto possiamo chiederci se può esseretrasformato in parola. Dobbiamo mettere in parole quell'atto.
La parola è una metafora di tutto ciò che il bambino ha alle spalle quando inizia a parlare.
Winnicott affermava che si potrebbe fare una teoria della sviluppo basata sulla comunicazione.
Dobbiamo sempre chiederci quale è la capacità del paziente di comunicare in relazione anche alla sua età.
CI sono terapeuti che dicono "se non parli interrompiamo l'analisi", quando anche il silenzion è una comunicazione. Il parlare talvolta può essere una difesa maniacale rispetto allo stare con l'altro, magari per il terrore di stare con una madre depressa, a lutto, angosciata o furiosa.
Lo spazio analitico è lo spazio della comunicazione e non della decodificazione.
Va valutata nelle anamnesi la comunicazione tra madre e bambino anche durante la gravidanza.
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